Rosaria Sardo: Caleidoscopic*, una ricerca di senso appassionata e inesausta…

foto di Federica Pezzoli
foto di Federica Pezzoli

 

Un bildungsroman 3.0., colto, rapido, intenso, che si legge d’un fiato, col fiato sospeso e un sorriso dolceamaro. La crescita interiore dolente e gioiosa di Anita, l’io errante/narrante, si articola in uno spazio/tempo doppio e ossimorico: quello di Trieste e di Milano e poi di Milano e di Catania, della nonna e della nipote, del presente asfissiante e vuoto e del passato che si fa futuro, in un microcosmo all’interno del quale il possibile accade, in un luogo dove quelli che «pur essendo in bilico, saltano» aprono strade non battute e offrono agli altri mondi e vite non convenzionali.
Una ricerca di senso appassionata e inesausta.
L’autrice, con scrittura ellittica, incisiva, a tratti poetica, ritmata da belle immagini di contrappunto, ci guida attraverso piccoli universi dove amare non è solo aprirsi a un’alterità spesso inattesa, ma è al tempo stesso un ritrovare se stessi e un tornare a casa, un cogliere il centro pulsante dell’anima di ognuno, al di là della scorza identitaria, accettata, subita, scelta, ricostruita.

 

Rosaria Sardo
docente di Semiotica e Linguistica dei Media, Dipartimento di Scienze Umanistiche,
Università di Catania

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