IL CASO ORESTE

IL CASO ORESTE

Certe cose mi piace dirle a scoppio ritardato, significa che vi ero così immersa da non riuscire a distrarmi per scriverne qui… che bello però: ho diretto per svariati mesi tutti i lunedì mattina il corso di teatro per gli Over60 di ATIR
. L’unica che sembrava veramente Over60 (ma direi anche Over80/90) il lunedì mattina ero io, loro erano scoppiettanti come adolescenti.

Per chi fosse curioso di capire cosa abbiamo combinato lascio qui sotto qualche info.

Ringrazio: ATIR che da anni porta avanti una quantità infinita di corsi teatrali, facendo un lavoro impareggiabile sul territorio di Milano Sud; il Teatro la Cucina che ci ha ospitati (per chi non lo sapesse si tratta del teatro dell’ex ospedale psichiatrico… mai vi fu luogo più adatto a noi!); Lorenzo Piccolo che oltre ad aver lavorato a stretto contatto con noi per scrivere un testo comico tanto preciso da risultar chirurgico, si è fatto carico degli ultimi giorni di prova e di portare i nostri eroi in scena, mentre io, per questioni di cui scriverò, mi trovavo a 1500 km di distanza.

L’esito del saggio è stato presentato il 21 maggio al Teatro La Cucina.

L’Orestea finisce in un tribunale. Meglio: finisce con la costituzione del primo tribunale di Atene – da sempre il modello occidentale della democrazia. Oreste, grazie al voto favorevole di Atena, viene assolto dalla sua colpa di matricida, ed è lasciato libero di andare. È una storia che ha molti echi, oggi, perché ci chiama a riflettere sulle basi fondanti del nostro cosiddetto “vivere civile”, ovvero la regola condivisa che ci consente di superare pulsioni e istinti sanguigni per arrivare a un compromesso che permetta alla società di restare unita. Ma che cosa è giusto, che cosa è vero? Che cosa è santo? Che cosa è nocivo? Queste sono domande difficili, e non sempre abbiamo la sensazione che il sistema che Atena ha “inventato” sia il migliore possibile.

Di fronte alla vastità misteriosa dei versi di Eschilo, si resta al tempo stesso affascinati e interdetti, e così abbiamo voluto procedere per guardare a Eumenidi: mescolando linguaggi differenti, alto e basso, profondità e ironia, per tenere conto del sacro, ma anche dell’umano.

Un coro di Cittadinanza, spaurita e bisognosa di certezze tangibili, si trova ad affrontare un coro di Erinni, divinità antiche e furiose, venute a caccia di Oreste, rifugiatosi nell’idilliaca oasi di Atene.

Il caso Oreste è un’antipatica questione giudiziaria, che si preferirebbe evitare ma che – purtroppo – non si può fare a meno di dibattere. Divinità capricciose, fragili funzionari statali e oscuri fantasmi di un passato da seppellire si trovano così invischiati in un processo che chiama in causa anche il pubblico. Abbiamo ancora bisogno di giustizia?

conduzione e regia di Irene Serini
drammaturgia Lorenzo Piccolo
con Rita Bencivenga, Mario Borotto, Massimo Caldarone, Maria Carmen De Lorenzo, Graziella Ferrari, Rosalba Gherzi, Laura Inzaghi, Lauretta Pennati, Teresa Pennati, Eugenio Polizzi