Moana Porno-Revolution

MOANA PORNO-REVOLUTION

di e con Irene Serini – drammaturgia e regia di Marcela Serli

Locandina di Sara Nomellini

Cristo è morto a 33 anni, come Moana Pozzi.

Fu crocifisso e il terzo giorno resuscitò.

Moana no.

Alta 1.78 cm, come me.

Occhi verdi, come me.

Scuola dalle suore, come me.

E basta..

Coi punti in comune intendo!

Allora…

PERCHE’ MOANA POZZI?

Moana significa: il punto dove il mare è più profondo.

A detta di lei era anche un modo di vivere il sesso: toccare il punto più profondo.

Nata da una famiglia ” per bene “, educata nelle migliori scuole, bella, intelligente e colta, avrebbe potuto sposarsi, fare l’insegnante d’inglese, avere tre figli e un cane, invece…

Moana era una che dichiarava con semplicità disarmante che la lussuria non è un vizio ma un piacere, che la pornografia è un desiderio sessuale che diventa reale, che l’oscenità è sublime.

Era una donna in qualche modo rivoluzionaria, fondò la sua carriera sulla violazione di quello che per altri era proibito. Come a dire che il tabù una volta creato… va demolito! Ecco perchè, Moana Pozzi.

Irene Serini

PERCHE’ GLI ALTRI?

La prima domanda che ho fatto a Irene è stata: perché Moana Pozzi?

E poi ho aggiunto perché tu? Perché proprio tu vuoi raccontare di lei?

Ecco, dopo aver ascoltato quello che mi diceva ho capito che a me interessava Irene più di Moana. E come Irene m’interessavano tutti gli altri. Quelli che come lei s’interessano di Moana,  quelli che guardavano e guardano Moana, quelli che la innalzano e che la affossano.

Mi interessano quelli che del sesso ne parlano, lo criticano, ne scrivono teorie, ne fanno un lavoro, o semplicemente un mezzo per essere felici.

A me interessa lo sguardo degli altri.

Pensando a questo stiamo lavorando sugli altri, e quindi su di noi, e sulle paure di ognuno e su quelle in comune con gli altri.

Moana Porno Revolution è costruito con una drammaturgia in movimento, a volte ciclico, a volte solo mosso, anche se semplice. In movimento perché alcuni personaggi o situazioni tornano, e in movimento perché non abbiamo paura del percorso non filologico né dei salti spazio temporali del testo. Abbiamo lavorato intensamente alla costruzione dei singoli personaggi senza aver paura dei clichè o delle unicità.

E per la costruzione del tutto non ho lavorato con un metodo in particolare, ho lasciato semplicemente che accadesse un incontro e ho tentato di sentirmi libera nel proporre a Irene le mie visioni riguardo alla pornografia, da quelle più oniriche a quelle più crudeli.

Insomma, anche io sto lavorando sulle mie paure!

Poi … una sedia.

Una sedia per sedersi a guardare un film porno.

Una sedia per masturbarsi in cameretta.

Una sedia per salire su un tetto a bestemmiare.

Una sedia per le apparizioni.

Una sedia per il castigo di Dio.

Una sedia per inginocchiarsi a pregare.

Una sedia per telefonare mentre ti togli i peli con la pinzetta.

Una sedia per deporre in tribunale.

Una sedia per volare.

Una sedia per dirgliene quattro.

Una sedia per vederla semplicemente seduta.

Marcela Serli

CHE COS’E’ MOANA PORNO-REVOLUTION?

Anita è una giovane donna poco abile in materia di sesso che si trova a sfogliare un

giornaletto porno. Le piace e si terrorizza. Da qui ha inizio un viaggio intorno a Moana

Pozzi. Un’immersione in quel mare caldo e oscuro della sessualità e dei suoi tabù, ma

anche dei primi amori di Moana, dei suoi innumerevoli amanti, colleghi, estimatori e fruitori

di hard-core, dei suoi amici, di sua madre…

Per poi tornare ad Anita, che si scopre bisognosa di fare la

propria “porno – revolution” , varcando confini mentalmente auto-imposti

COSA DICONO DI NOI?

foto di Davide Bertucci
foto di Davide Bertucci

Chi pensa di assistere a uno spettacolo che rievoca le gesta della porno diva è fuori strada. «Ciò che ci interessa», dice Marcela Serli, «non è la sua carriera a luci rosse, ma lo sguardo di chi la ammirava o la malediceva; è il nostro modo per tentare di rovesciare tabù religiosi e sociali».

Livia Grossi, Corriere della Sera

Irene Serini è stata Premio Hystrio alla vocazione e ne siamo fieri, Di versatile androginia scenica, d’umbratile temperie triestina, mula di fascino, autrice di classe, attrice di grinta. Serini passa con travolgente disinvoltura da un personaggio machile a un prototipo femminile.

Fabrizio Caleffi, Hystrio

La regia di Marcela Serli, spazia dall’happening al cabaret, non trascurando il teatro di narrazione, che, quando ben inserito, rimane il modo più piacevole di ascoltare una fabula.
La scrittura di scena è spiazzante senza risultare incomprensibile: istantanee di vita, la vita di Moana ma anche quelle di fan, maniaci, curiosi, osteggiatori e censori. Un quadro destrutturato eppure coerente, in cui le vicende non si tengono insieme per cronologia, ma per flusso di sentimenti.
Irene Serini riempie la scena con abili trasformismi, limpidezza attoriale e una certa dose di autoironica bulimia, che ovviamente non guasta.

Alessandro Mauri, Teatro.it

Irene Serini, autrice del testo, ne è anche una convinta e completa interprete, confermando di essere una delle più interessanti realtà della giovane drammaturgia ambrosiana, riaffermando i consensi ottenuti nell’ Atir di Serena Sinigaglia e nell’ Otello di Claudio Autelli.

Giovanni Zaccherini, La Voce

Un vento di parole che solleva le gonne delle donne, le tonache dei preti e le palpebre pesanti degli ipocriti soffiava nel teatro milanese. Istrionica nella miglior accezione del termine, la vincitrice di un Premio Hystrio alla vocazione ha una vocazione a tratti alla Franca Valeri.

Affari Italiani

Irene Serini mostra tutto il suo eclettismo, impersonando ora il personaggio di un giovane adolescente alle prese con le prime tempeste ormonali, ora quello dell’amica di Moana, ora quello di una ragazzina che avverte l’incommensurabile gap estetico e caratteriale tra lei e la diva. Il tutto avviene in una saletta angusta, buia, ma suggestiva e noir del Teatro Litta di Milano, un luogo dove la sperimentazione teatrale è una piacevole consuetudine

Fusi Orari

Moana porno-revolution non è altro che il grido di libertà di una donna, Anita, che è tutte le donne, è il racconto della sua ossessione per Moana e la sua rivoluzione sessuale: una rivoluzione che è pornografica perchè è senza pudori, elusioni e senza effetti speciali. E’ il coraggio e la cronologia di essere stessi ed inseguire un desiderio intimo, profondo, insopprimibile di godere di questa vita. E’ la libertà diventare ed essere Moana: gettare la maschera per scoprire e vivere la propria personale e spudorata verità.

Sophieboop

LINK AI VIDEO:

Primo Monologo di Anita (uno dei 5 personaggi interpretati)

Sandra Sain intervista Irene Serini per Storie | RSI

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FOTO GALLERY:

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