LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco

LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco

Felice di poter finalmente annunciare il debutto di LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco. 

Si tratta del primo spettacolo che riunisce tutti noi di Z.I.A. – Zona Indipendente Artistica, dopo mesi frastornanti di prove, laboratori, bandi e date qua e là, finalmente ci siamo:

debuttiamo il 15,16 e 17 Aprile al Teatro della Cooperativa (Milano).

Ringrazio chi ci ha prodotto e sostenuto. 

Per acquistare il biglietto questo è il link: LEIBNIZ TICKET , se desiderate una riduzione scrivetemi in privato e vi mando il codice promozionale.

Qui di seguito vi lascio la locandina e una prima presentazione, poi pubblicherò la pagina dedicata.

A presto, non vedo l’ora!

LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco
ideazione Eleonora Paris e Irene Serini
regia Irene Serini
drammaturgia Eleonora Paris
con Alessandro Balestrieri, Eleonora Paris, Irene Serini
direzione tecnica Alessandro Balestrieri
video e suono Andrea Centonza
assistenza alla regia Francesca Repetti
sguardo esterno Virginia Landi
consulenza filosofica Raffaella Colombo

produzione Teatro della Caduta e Z.I.A. – Zona Indipendente Artistica
con il sostegno di IFPrana e Qui e Ora residenze teatrali

locandina di Andrea Centonza e foto di Marcella Foccardi

Perché Leibniz?
LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco nasce dal tentativo di indagare il nostro rapporto con la realtà per fare luce su quella parte irrazionale che abita in noi anche se l’abbiamo tagliata fuori “prima ancora di averla capita” (C.G. Jung). Gottfried Wilhelm Leibniz, filosofo e matematico di epoca barocca, diventa qui simbolo della condizione di noi esseri umani contemporanei: sempre più efficienti dal punto di vista razionale, ma sempre più impreparati ad accogliere la nostra parte più intima e misteriosa.
Lo spettacolo indaga il malessere dilagante e apparentemente immutabile della nostra società e ci invita a mettere in discussione le nostre certezze. Riappropriarsi della parte irrazionale di sé significa non esserne succubi e non subirne le conseguenze indirette, perché è su questa mancanza che fanno leva il capitalismo e i populismi vari.

Perché il barocco?
Il barocco è stato un tempo che somiglia incredibilmente al nostro: la crisi climatica, le guerre, le epidemie. Le grandi scoperte scientifiche come il telescopio e poi l’invenzione del tromp- l’oeile e dell’inganno dello sguardo. Fu la prima volta nella storia, in cui era la scienza a generare il suo opposto: l’illusione. In questo nostro tempo di crisi e di incredibili avanzamenti nella scienza e nell’Intelligenza artificiale, che vede in Leibniz uno dei suoi primi fautori, l’inganno e la verità tornano ad essere due concetti difficili da scindere ed è quindi ancor più urgente parlarne. Infine, Leibniz è uno spettacolo barocco perché è scomposto e ci invita a scomporci e ricomporci e a scoprire – se non il migliore dei mondi possibili – almeno che di mondi possibili ce ne sono a migliaia e che aspettano solo di essere svelati.

Note di drammaturgia
LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco inizia con un omicidio: l’omicidio di Ippaso da Metaponto, filosofo e matematico vicino alla setta dei Pitagorici. Fu colpevole di aver diffuso la scoperta dei numeri irrazionali, di numeri cioè che non si possono quantificare perché non finiscono mai. È forte notare come nella culla della civiltà occidentale, sia stato compiuto un tale assassino. Mi sembrava un inizio emblematico per sondare il nostro complicato rapporto con la ragione e con l’irrazionalità.
Per tutta la prima parte il testo procede per brevi quadri che si susseguono per logiche e associazioni analogiche, attraversando il tempo e giungendo fino ai gironi nostri.
Leibniz entra in scena nella seconda parte, insieme alla principessa Sofia del Palatino, personaggi storici entrambi ma qui visti da un punto di vista umano. Così, da un interno barocco si arriva direttamente a un appartamento di oggi dove agiscono le pressioni di un’epoca, la nostra, che ha molti più rimandi al ‘600 di quanto ci si aspetti.

Eleonora Paris

Note di regia
Viviamo nel migliore dei mondi possibili?
Bella domanda.
Utile non tanto a definire se stiamo vivendo in pole position, quanto a entrare in contatto col fatto che il mondo può cambiare.
Se può cambiare può peggiorare, ma anche no!
La cosa più stupefacente del testo di Eleonora Paris è che di mondi possibili ce ne sono almeno tre, uno dei quali deflagra.
A noi l’onere e l’onore di ideare, in scena come nella vita, quel che verrà.
Indizi?
Se è vero che i numeri sono la sostanza di tutte le cose. È anche contemporaneamente vero che esistono numeri irrazionali, quei numeri danno vita a linee diagonali e quelle diagonali, portano altrove.

Irene Serini